7/27/2007

A MILANO SI LAVORA ANCHE D'ESTATE


Aumentano le assunzioni stagionali: +44% I settori che danno lavoro sono hotel e ristoranti, con oltre 3.600 addetti, il commercio con 2.300, ma anche i servizi alla persona

Quest’anno più dello scorso: quasi 8.400 lavoratori, quasi 3 mila in più del 2006. E quest’anno il lavoro estivo pesa per i tre quarti sullo stagionale di tutto l’anno, quasi raddoppia rispetto al 44% dello scorso anno. I settori protagonisti delle assunzioni estive: hotel e ristoranti, con oltre 3.600 addetti, il commercio con 2.300, ma anche i servizi alla persona per chi resta in città e non va in vacanza (oltre mille richieste). I settori dove cresce di più la richiesta di lavoratori stagionali estivi rispetto al 2006 sono hotel e ristoranti (2.962 addetti in più, +439,3% rispetto al 2006) e il commercio (275 addetti). Il quadro emerge da una elaborazione della Camera di Commercio su dati Excelsior - sistema informativo permanente sull’occupazione e la formazione realizzato dalle Camere di Commercio, con il coordinamento di Unioncamere nazionale e il sostegno del ministero del Lavoro e dell’Unione Europea - e relativi alle previsioni di assunzioni delle imprese di Milano e provincia per il 2007.

7/24/2007

LA SVOLTA DI LONDRA E LO SPENSIERATO SPINELLO ITALIANO

... .... In Italia, la leggerezza in materia sta diventando indisponente.

La cannabis — e la cocaina, purtroppo — sono argomenti adatti per una battuta alla radio, o un'allusione in televisione. Vizietti sociali: uno per giovani, l'altro per ricchi. Cose che non cambiano, cose che non contano. Forse dovremmo ringraziare lo «skunk» per averci svegliato. Quasi un'onomatopea, utile a farci capire che la droga modifica i comportamenti, e i nostri comportamenti non riguardano soltanto noi. Anche il numero assurdo di giovani morti sulle strade italiane va collegato alla droga, e non solo all'alcol. Chissà quante cose non raccontano, i medici legali, per non ferire una famiglia già distrutta dal dolore.Ma una società adulta deve dirsele, certe cose. Deve ammettere che la droga leggera — se mai c'è stata — non è più tanto leggera, e resta una droga, e crea dipendenza, e ha effetti sul sistema nervoso che possiamo soltanto sospettare. I ragazzi più svegli l'hanno capito. Agli altri bisogna spiegarlo: con pazienza e tolleranza, ma senza incertezze. Non possiamo lasciare che l'educazione e l'informazione in queste materie venga impartita da un incosciente televisivo, da un cretinetti radiofonico o dalla casualità della Rete. Le nostre pigrizie — peggio, le nostre complicità — possono provocare disastri.Scrivo da Brighton, sotto il cielo azzurro del Sussex, dove molti anni fa ho cominciato ad appassionarmi a questo Paese. Era l'estate del 1972: avevamo quindici anni, e sulla costa della Manica non c'erano solo Ziggy Stardust, Gary Glitter e sciami di deliziose coetanee scandinave. Giravano skin-heads violenti, alcol a go-go e droghe assortite: tutti i rischi e le tentazioni che un teenager deve conoscere, e gestire. Ma qualcuno a casa, prima di partire, ci aveva detto: questo è bene, questo è male. Poi toccava a noi decidere. Adesso tocca a loro decidere. Ma tocca a noi dirgli: ragazzi, non scherziamo. La droga è male, e fa male.

Beppe Severgnini20 luglio 2007