5/28/2008
Le foto e la vita privata
LE FOTOGRAFIE ESEGUITE IN VIOLAZIONE DEL DIRITTO ALLA RISERVATEZZA POSSONO ESSERE SOTTOPOSTE A SEQUESTRO PENALE come corpo di reato (Cassazione Sezione Quinta Penale n. 17408 del 29 aprile 2008, Pres. Nardi, Rel. Carrozza): "Non possono farsi rientrare tra gli stampati e le copie di quotidiani o di giornali periodici, le fotografie ritraenti atteggiamenti della vita privata ottenute con una condotta costituente reato, mediante intrusione in luoghi di privata dimora con mezzi tecnici particolari, perché esse non attengono alla manifestazione del pensiero, non trasmettono idee; e quelle per le quali è stato disposto il sequestro sono fotografie, ritraenti aspetti di vita privata che si svolgeva nelle appartenenze del proprio domicilio, esegu ite mediante intrusione in questo con mezzi tecnici particolari, contro la volontà di chi aveva lo jus excludendi. Anche la Corte Europea - ha ricordato la Cassazione - ha ritenuto che la disposizione convenzionale relativa al rispetto della vita privata copra anche le immagini; anzi, da questo punto di vista la tutela deve essere maggiore perché non si tratta di veicolare al pubblico "idee", ma immagini che contengono "informazioni molto personali". Ugualmente deve affermarsi nel caso di specie - ha concluso la Corte - tanto più che le fotografie, non solo rappresentano aspetti di vita all'interno di appartenenze di dimora privata, ma sono anche il risultato di intrusione nel domicilio altrui, in modo da costituire l'ipotizzato reato di cui all'art. 615 bis c.p. e in modo da violare anche il codice deontologico nell'attività giornalistica, che prescrive l'uso corretto di tecniche invasive; pertanto, non potendo rientrare le fotografie in questione nel concetto di stampa o d i stampato, per esse non vige il divieto di sequestro".
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