Il Consiglio di Zona 3 di Milano intende organizzare una serie di giornate dedicate ai temi dell’ambiente e della natura, con l’obiettivo dipromuoverne la conoscenza stimolando azioni da parte del singolo cittadinoper contribuire ad accrescere le aree verdi della città di Milano,educandolo al rispetto della natura e alla possibilità concreta dimigliorare, anche individualmente, il proprio territorio. L’attenzionerivolta soprattutto alla salvaguardia delle aree verdi della Zona 3 e allaloro valorizzazione, deriva dall’osservazione e dalla conoscenza dellospazio in cui la persona, prima di tutto, trova la sua dimensione di“cittadino”. Il convincimento di questo Consiglio è che tutti noi possiamocontribuire ad accrescere le aree verdi della nostra città, educando i piùpiccoli al rispetto della natura e alla possibilità concreta di migliorare,anche individualmente, il proprio territorio. Da qui l'iniziativa "Tuttol'anno in verde..." : attraverso laboratori e visite guidate gratuitescopriremo insieme ad esperti di botanica i tesori verdi che la nostrazona possiede e soprattutto impareremo a rispettarli. Vi aspetto quindi domenica prossima 18 ottobre, in Piazza Leonardo da Vinci a partire dalle ore 14.
PROGRAMMA
ORE 14.00: Inizio manifestazione e Benvenuto delle Istituzioni
ORE 15.00: Siamo tutti giardinieri!Scopriremo come mantenere verde il nostro balcone, orto o giardinodurante i mesi invernali grazie ai preziosi consigli dei nostri esperti.
ORE 15.00: Le Favole del Gatto BartolomeoUn cantastorie racconterà le fantastiche avventure del GattoBartolomeo per i più piccoli.
ORE 15.00: Visita guidata gratuita a Piazza Leonardo da VinciPasseggeremo in compagnia di un esperto di botanica che ci faràscoprire le numerose e variegate specie arboree che nasconde lanostra zona.
ORE 16.30: Laboratorio verde per bambiniDiventa un piccolo giardiniere ed impara anche tu a far crescere la tuapiantina!
ORE 17.00: Una nuova visita guidata dedicata alla“Signora di Città Studi”Una nuova passeggiata alla scoperta di Piazza Leonardo da Vinci e deisuoi dintorni, accompagnati dalle parole dei nostri esperti di botanica.
ORE 17.30: Torna il Gatto Bartolomeo!Ascolteremo una nuova esilarante avventura del Gatto Bartolomeo edella sua allegra combriccola.
ORE 18.30: Discorso di chiusura e ringraziamenti
* In caso di maltempo, la giornata slitterà a Domenica 25 Ottobre 2009
10/15/2009
Asta pubblica del 26 e 27 ottobre 2009
Nei giorni 26 e 27 ottobre 2009, con eventuale prosecuzione nel giorno 28 ottobre 2009 sino ad esaurimento dei beni, dalle ore 9.00 alle 12.30 presso la sede della SIVAG S.p.A. in Via Milano 10 a Redecesio di Segrate (MI) si effettuerà la vendita mediante asta pubblica ed al miglior offerente di oggetti diversi, preziosi, oggetti di valore. Presso l’Ufficio Oggetti Rinvenuti di Via Friuli 30 a Milano, e su questa pagina web, sarà possibile consultare, nei 5 giorni antecedenti l'asta, l'elenco dettagliato degli oggetti posti in vendita.I lotti saranno illustrati dal banditore agli acquirenti al momento dell'asta.
10/13/2009
E' il Cav. a infettare l'Italia? di Giampaolo Pansa
L’Italia è condannata e non si salverà più. Il boia che la uccide è, ovviamente, il malvagio Caimano, vale a dire Silvio Berlusconi. E anche nel caso che il Cavaliere scompaia, resterà sempre a infettarci la sua eredità: il maledetto berlusconismo. Che completerà l’opera del suo inventore, continuando ad agire come un virus spietato, capace di contagiare tutto e tutti.
È questa la tesi sostenuta sull’Unità di venerdì 9 ottobre da Giorgio Bocca, intervistato da Oreste Pivetta. Il cronista gli chiede: «Che succederà dopo la bocciatura del Lodo Alfano?». Bocca risponde: «Berlusconi rimarrà al governo, i suoi avvocati inventeranno mille cavilli perché i suoi processi cadano in prescrizione. E se anche Berlusconi dovesse cadere resterà il berlusconismo, il male profondo di un paese che ha così poca dignità da accettare la guida di un uomo corrotto che sta distruggendo la democrazia».
Qualche lettore del Riformista si chiederà che cosa c’è di nuovo in questa tesi. È da quando ha messo in piedi le sue tivù, dove ha lavorato anche Bocca, che il Cavaliere viene accusato di ammazzare la democrazia e di guastare un paese perfetto come l’Italia.
Le tante sinistre lo ripetono di continuo, salvo qualche momentanea eccezione. Per esempio, quella di Max D’Alema che nell’aprile 1996, vigilia di elezioni, andò in visita pastorale agli studi milanesi di Mediaset e disse: «Questa azienda è un patrimonio dell’Italia, una risorsa per il paese». Ma adesso niente più eccezioni. E giù botte sul Caimano.
Eppure nel passaggio bocchista che ho citato una novità esiste. Ed è quella destinata a toglierci ogni speranza. Anche quando il Cavaliere sarà morto e sepolto, la sua maledizione satanica continuerà a fare il proprio lavoro. Completando la mutazione della nostra bella Italia in un posto sempre più infernale. Ma questa convinzione, molto diffusa tra gli avversari del Berlusca, ci obbliga a una domanda: prima dell’apparizione del Caimano l’Italia era proprio tanto bella?
L’età mi concede il privilegio di aver visto, e raccontato sui giornali, com’eravamo prima del fatale 1994, l’anno della discesa in campo di Berlusconi. Sfoglio il mio album della memoria e vengo assalito da uno tsunami di ricordi tutti negativi. Vediamoli insieme, un po’ alla rinfusa e con disordine.
Prima di tutto, la corruzione della casta politica, sfociata nel disastro di Tangentopoli e nel giustizialismo di Mani Pulite, sacrosanto e tuttavia non sempre imparziale, misurato e risolutivo. Poi la mafia, con i suoi crimini. Il terrorismo rosso e nero, la fabbrica di centinaia di assassinati. L’evasione fiscale, cancro antico e mai sconfitto. Il disastro scolastico, drammatico soprattutto ai piani alti, con un sistema universitario tra i peggiori al mondo. L’ignoranza e l’incompetenza dilaganti, sia pure meno di oggi. Il padrinaggio politico che inquinava il mercato del lavoro: niente posto a chi non disponeva di un santo in paradiso.
E ancora. I concorsi truccati, come gli appalti. L’inefficienza dell’apparato amministrativo pubblico, a tutti i livelli, da quello comunale a quello statale. La burocrazia asfissiante. L’assenteismo cronico, un male mai curato. Il disordine urbanistico. L’illegalità edilizia. Il divario terribile fra il Sud e il Nord. L’avarizia sociale. La mancanza di solidarietà. La sicumera imbecille nell’affermare che i diritti vengono prima dei doveri. Il maschilismo più ottuso, capace di rendere molte famiglie dei posti infernali. Per essere più chiaro, domando: le donne venivano pestate dai mariti, dai padri e dai fratelli anche prima dell’arrivo di Berlusconi o no?
Ecco un elenco di vergogne molto sommario, che i lettori del Riformista sono in grado di completare. Possiamo metterlo sul conto del Cavaliere? Se ci azzardassimo a farlo, dovremmo vergognarci di noi stessi. Sento replicare dalle tante sinistre: ma il Caimano sta al governo da quindici anni! Ecco un falso cronologico e politico. Dal 1994 a questo 2009 il centro-sinistra ha comandato per la metà del quindicennio, con i due governi di Romano Prodi. Il Cavaliere può aver fatto poco o nulla per rendere migliore l’Italia. Ma di certo non è la sola fonte di tutti i nostri guai.
Eppure nell’ansia disperata di spedire a casa Berlusconi e il suo partito, dilaga il vizio di pararsi le chiappe con un alibi debole e sfrontato. L’alibi suona così: la colpa è tutta del Caimano. Già, è lui che ha infettato l’Italia e continua a contagiarla. Leggo dodici quotidiani al giorno e ogni volta vedo ritornare questo mantra, recitato come una formula magica da non pochi opinionisti e da molti lettori.
In queste ore pessime per tutti, con la crisi economica e sociale che s’intreccia al caos politico, il mantra sta diventando assordante. Anche grandi giornali d’informazione, che avrebbero l’obbligo di mantenere la testa fredda, si abbandonano a un’illusione pericolosa. Quella che induce a pensare: una volta sparito il Caimano, ritornerà l’età dell’oro.
Ho già scritto più volte che di Berlusconi non m’importa niente. Non è il mio premier. Neppure il suo partito è la mia casa politica. Ma conosco bene i polli del pollaio di centro-sinistra. Quando non provo paura, mi fanno ridere. La settimana delle tre domeniche non l’ha ancora inventata nessuno. Credete che ci riesca un governo partorito da Franceschini, o da chi per lui, da Di Pietro e da qualche lunatico rosso? Provate a immaginarli al potere invece che al bar, questi quattro compari. E chiedetevi se non dovremo scappare all’estero.
È questa la tesi sostenuta sull’Unità di venerdì 9 ottobre da Giorgio Bocca, intervistato da Oreste Pivetta. Il cronista gli chiede: «Che succederà dopo la bocciatura del Lodo Alfano?». Bocca risponde: «Berlusconi rimarrà al governo, i suoi avvocati inventeranno mille cavilli perché i suoi processi cadano in prescrizione. E se anche Berlusconi dovesse cadere resterà il berlusconismo, il male profondo di un paese che ha così poca dignità da accettare la guida di un uomo corrotto che sta distruggendo la democrazia».
Qualche lettore del Riformista si chiederà che cosa c’è di nuovo in questa tesi. È da quando ha messo in piedi le sue tivù, dove ha lavorato anche Bocca, che il Cavaliere viene accusato di ammazzare la democrazia e di guastare un paese perfetto come l’Italia.
Le tante sinistre lo ripetono di continuo, salvo qualche momentanea eccezione. Per esempio, quella di Max D’Alema che nell’aprile 1996, vigilia di elezioni, andò in visita pastorale agli studi milanesi di Mediaset e disse: «Questa azienda è un patrimonio dell’Italia, una risorsa per il paese». Ma adesso niente più eccezioni. E giù botte sul Caimano.
Eppure nel passaggio bocchista che ho citato una novità esiste. Ed è quella destinata a toglierci ogni speranza. Anche quando il Cavaliere sarà morto e sepolto, la sua maledizione satanica continuerà a fare il proprio lavoro. Completando la mutazione della nostra bella Italia in un posto sempre più infernale. Ma questa convinzione, molto diffusa tra gli avversari del Berlusca, ci obbliga a una domanda: prima dell’apparizione del Caimano l’Italia era proprio tanto bella?
L’età mi concede il privilegio di aver visto, e raccontato sui giornali, com’eravamo prima del fatale 1994, l’anno della discesa in campo di Berlusconi. Sfoglio il mio album della memoria e vengo assalito da uno tsunami di ricordi tutti negativi. Vediamoli insieme, un po’ alla rinfusa e con disordine.
Prima di tutto, la corruzione della casta politica, sfociata nel disastro di Tangentopoli e nel giustizialismo di Mani Pulite, sacrosanto e tuttavia non sempre imparziale, misurato e risolutivo. Poi la mafia, con i suoi crimini. Il terrorismo rosso e nero, la fabbrica di centinaia di assassinati. L’evasione fiscale, cancro antico e mai sconfitto. Il disastro scolastico, drammatico soprattutto ai piani alti, con un sistema universitario tra i peggiori al mondo. L’ignoranza e l’incompetenza dilaganti, sia pure meno di oggi. Il padrinaggio politico che inquinava il mercato del lavoro: niente posto a chi non disponeva di un santo in paradiso.
E ancora. I concorsi truccati, come gli appalti. L’inefficienza dell’apparato amministrativo pubblico, a tutti i livelli, da quello comunale a quello statale. La burocrazia asfissiante. L’assenteismo cronico, un male mai curato. Il disordine urbanistico. L’illegalità edilizia. Il divario terribile fra il Sud e il Nord. L’avarizia sociale. La mancanza di solidarietà. La sicumera imbecille nell’affermare che i diritti vengono prima dei doveri. Il maschilismo più ottuso, capace di rendere molte famiglie dei posti infernali. Per essere più chiaro, domando: le donne venivano pestate dai mariti, dai padri e dai fratelli anche prima dell’arrivo di Berlusconi o no?
Ecco un elenco di vergogne molto sommario, che i lettori del Riformista sono in grado di completare. Possiamo metterlo sul conto del Cavaliere? Se ci azzardassimo a farlo, dovremmo vergognarci di noi stessi. Sento replicare dalle tante sinistre: ma il Caimano sta al governo da quindici anni! Ecco un falso cronologico e politico. Dal 1994 a questo 2009 il centro-sinistra ha comandato per la metà del quindicennio, con i due governi di Romano Prodi. Il Cavaliere può aver fatto poco o nulla per rendere migliore l’Italia. Ma di certo non è la sola fonte di tutti i nostri guai.
Eppure nell’ansia disperata di spedire a casa Berlusconi e il suo partito, dilaga il vizio di pararsi le chiappe con un alibi debole e sfrontato. L’alibi suona così: la colpa è tutta del Caimano. Già, è lui che ha infettato l’Italia e continua a contagiarla. Leggo dodici quotidiani al giorno e ogni volta vedo ritornare questo mantra, recitato come una formula magica da non pochi opinionisti e da molti lettori.
In queste ore pessime per tutti, con la crisi economica e sociale che s’intreccia al caos politico, il mantra sta diventando assordante. Anche grandi giornali d’informazione, che avrebbero l’obbligo di mantenere la testa fredda, si abbandonano a un’illusione pericolosa. Quella che induce a pensare: una volta sparito il Caimano, ritornerà l’età dell’oro.
Ho già scritto più volte che di Berlusconi non m’importa niente. Non è il mio premier. Neppure il suo partito è la mia casa politica. Ma conosco bene i polli del pollaio di centro-sinistra. Quando non provo paura, mi fanno ridere. La settimana delle tre domeniche non l’ha ancora inventata nessuno. Credete che ci riesca un governo partorito da Franceschini, o da chi per lui, da Di Pietro e da qualche lunatico rosso? Provate a immaginarli al potere invece che al bar, questi quattro compari. E chiedetevi se non dovremo scappare all’estero.
10/09/2009
Scuola e Università: se ne discute con il ministro Gelmini
"Scuola e Università una riforma che premia le eccellenze", ne discuteranno - a Milano,Hotel Marriott (Via G. Washington, 66) lunedì 12 ottobre 2009, ore 18.30 - Mariastella Gelmini, Ministro Istruzione, Università e Ricerca; Guido Podestà, Presidente Provincia di Milano e Giuseppe Colosio, Direttore Ufficio Scolastico Regionale. Modera: Simona Arrigoni, Giornalista.I lavori saranno introdotti da Stefano Maullu, Assessore Regionale.
10/06/2009
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