Articolo tratto da Il Riformista di domenica 21/02/2010
Come è orrendo questo inverno 2010! L’Italia si guarda allo specchio e scopre di essere mangiata dai vermi. Sono vermi famelici, mai sazi, capaci di fare strazio di tutto, pur di guadagnare, di arricchirsi, di diventare sempre più grassi, di dominare il campo, di spazzare via chi non ci sta a farsi divorare. È quello che si intravvede dall’inchiesta sugli appalti della Protezione civile. Finiti nelle mani di affaristi che mi ricordano i terroristi degli anni Settanta e Ottanta.I primi sparavano e mettevano bombe, accoppando centinaia di cristiani. I secondi rubano, corrompono, arruolano politici, magistrati, alti dirigenti dello Stato. E distruggono ogni fiducia nella Repubblica, intesa nel suo significato più vero: cosa pubblica, patrimonio di milioni di cittadini onesti, che si rendono conto di essere sfregiati dai mostricciatoli del tangentismo.Confesso che non avevo voglia di scrivere questo Bestiario. Negli anni di Tangentopoli, avevo raccontato con puntiglio quanto accadeva. L’inizio dell’indagine. Il suo sviluppo terrificante. La morte di quasi tutti i partiti. La caduta di leader che sembravano eterni. La gloria dei magistrati inquirenti, angeli con la spada da elevare agli altari.Ero convinto che la punizione dei tangentari, anche se gonfia di eccessi e viziata dalla parzialità politica, sarebbe servita a fare dell’Italia un paese decente. Ma oggi ho la conferma che tutto è ricominciato. Come allora, peggio di allora. Qui non voglio parlare dell’indagine giudiziaria iniziata dalla Procura della Repubblica di Firenze, poi passata a Roma, quindi a Perugia e adesso estesa all’Aquila terremotata. Leggo dodici quotidiani al giorno. Mi immergo nelle paginate che citano migliaia di intercettazioni. Guardo i talk show televisivi dedicati all’inchiesta. E mi rendo conto di sapere ben poco di quanto è accaduto. La verità che cerco, che cercano tanti cittadini angosciati quanto me, mi sfugge ancora. Un’araba fenice che non si lascia afferrare.Guido Bertolaso è colpevole o innocente? Devo credere o no a quanto va dicendo nei processi che si celebrano davanti alle telecamere? Noi giornalisti stiamo mettendo il fango nel ventilatore o cerchiamo di fare un po’ di luce? Esiste o no la Spectre di affaristi-terroristi che rapinano le casse dello Stato, ovvero i soldi versati anche da noi pochi contribuenti onesti? Facendo strame del principio che tutti hanno gli stessi doveri nei confronti della legge?Però esiste una cosa che vedo con una chiarezza: la presenza dei vermi che divorano quanto gli serve per ingrassare. Sono ben di più che negli anni di Tangentopoli. Non si annidano nei partiti, ma dentro la società italiana. Per questo sono più forti, più numerosi, più famelici. Anche perché i partiti sono scomparsi. È un partito il Popolo della libertà, subito travolto da correnti e clan personali, guidato da un premier, Silvio Berlusconi, ormai debole e incapace di decidere qualsiasi cosa? È un partito quello Democratico, dove non comanda nessuno e che si allea con chi punta a svuotarlo? Ecco perché il tangentismo è diventato uguale al terrorismo. Non cancella soltanto la supremazia della legge e il senso dello stato, cardini di qualunque democrazia. Come ha ben spiegato Marco Vitale sul Corriere della sera, spegne, umilia e distrugge ogni spinta a fare bene. E incita a fare male. Manda avanti i peggiori. Induce a pensare che con il denaro si possa conquistare qualunque cosa. E che sia possibile comprare la politica. Per mutarla in una escort a pagamento e impedirle di fare il suo dovere. Ma a mio parere il terrorismo tangentaro fa anche di peggio. Diffonde i vermi dall’alto in basso. In questi giorni abbiamo visto piccoli politici e funzionari statali periferici incassare buste di denaro contante per tradire i propri doveri. Sapete quale è stato il commento degli italiani senza potere? Se i pesci piccoli si comportano così, chissà quel che faranno i pesci grossi. È in alto che l’impunità diventa uno scudo d’acciaio. Il pesce marcio puzza sempre dalla testa. Un tempo si usava dire: tutto è mafia, dunque niente è mafia. Oggi quel motto si è rovesciato: se il vertice è mafioso, perché la base non dovrebbe esserlo?Tanti anni fa, il terrorismo delle Brigate rosse è stato sconfitto da magistrati coraggiosi e, soprattutto, da forze dell’ordine capaci e decise. Allora gli italiani avevano compreso che non ci potevano essere mezze misure. Valeva il principio che, se tu uccidi, io ti uccido per evitare che tanti cittadini per bene siano destinati alla tomba. Ce lo ricordiamo il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa? È uno degli eroi che hanno salvato l’Italia, per poi finire assassinati dal terrorismo mafioso. Esiste un nuovo Dalla Chiesa in grado di fermare l’assalto dei vermi tangentari? Temo di no. Il mio timore si fonda su una convinzione: che la politica non abbia nessuna voglia di mandare in campo uomini come lui e dotati degli stessi poteri. Per volerlo, l’Italia del 2010 avrebbe bisogno di altri partiti, di altri leader, di altri governi. Non vedo nulla di simile all’orizzonte. Anche perché manca la volontà di uscire dalle parzialità faziose che si esauriscono nei cortei di questo o quel colore, e nelle risse televisive.Non siamo soltanto un Paese di corrotti, ma anche di impotenti, di dormienti. Prima o poi, ci sveglieremo sotto le raffiche di altri vermi, di un nuovo terrorismo armato. Ma allora sarà troppo tardi. La corruzione avrà divorato tutto. E non resterà più nulla da salvare.
2/24/2010
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