3/22/2011
Crocifisso,libertà di espressione, rispetto e forza delle proprie radici e delle proprie tradizioni, a partire dalle aule scolastiche
Dopo tre anni L'Italia ha vinto la sua battaglia a Strasburgo: con quindici voti contro due, la Grande Camera della Corte europea per i diritti dell'uomo l'ha assolta dall'accusa di violazione dei diritti umani per l'esposizione del crocefisso nelle aule scolastiche. Ben dieci i Paesi che hanno presentato memorie a nostro favore. La Corte europea per i diritti dell'uomo ha dato ragione al governo italiano sulla presenza del crocifisso nelle aule delle scuole pubbliche. Con sentenza d'appello definitiva, infatti, i giudici dell'organismo del Consiglio d'Europa hanno sottolineato che, mantenendo il crocifisso nelle aule della classe frequentata dai figli della donna che aveva presentato ricorso, "le autorità hanno agito nei limiti della discrezionalità di cui dispone l'Italia nel quadro dei suoi obblighi di rispettare, nell'esercizio delle funzioni che assume nell'ambito dell'educazione e dell'insegnamento, il diritto dei genitori di garantire l'istruzione conformemente alle loro convinzioni religiose e filosofiche". Il crocifisso, in particolare, non viene considerato dai giudici di Strasburgo un elemento di "indottrinamento". Il giurista ebreo Joseph Weiler, che ha perorato la causa di fronte alla Grande Camera di Strasburgo, apprezza il fatto che con tale pronunciamento “non si costringono i diversi popoli a disconoscere negli spazi pubblici ciò che per molti è un’importante parte della storia e dell’identità dei loro stati, riconosciuta anche da coloro che non condividono la stessa religione o che non professano alcuna religione”.
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