Luciana De Marchi cominciò la sua battaglia personale contro Stalin quando aveva appena tredici anni. Suo padre Gino, regista cinematografico, era un attivo militante del Partito comunista, emigrato in Russia neI 1921 per servire la causa della rivoluzione socialista.
Ma nel 1922 fu accusato ingiustamente di essere una 'spia dell'Italia fascista e nel 1937, durante i processi staliniani, fu di nuovo arrestato con la stessa imputazione. Sottoposto a incalzanti interrogatori, De Marchi continuò a negare con fermezza di aver svolto attività di spionaggio. Fu condannato, senza processo, alla pena capitale e venne fucilato a Butovo. Ufficialmente morì di peritonite in un gulag. Luciana ha dedicato la sua intera esistenza alla ricerca del padre e alla difesa della sua memoria. Gabriele Nissim, ricostruisce una vicenda umana che la storiografia ufficiale ha fino ad oggi ignorato.Il Giornale del 30 novembre 2007
12/01/2007
Subscribe to:
Post Comments (Atom)
No comments:
Post a Comment