4/12/2006

LA SOSTANZA DEL FUTURO "LEADER"

A proposito della tanto sbandierata felicità di cui gli Italiani avrebbero bisogno
secondo la Neo Mary Poppins PRODIana ....
e su come il "nostro" futuro leader" vorrebbe conseguirla...
dopo aver tanto sbandierato nei dibattiti televisivi che "occorre parlare, instaurare un dialogo" ( ...amen!)

riporto una lucida analisi fatta oggi dal Direttore del Secolo d'Italia, Flavia Perina :

IL PROF INGANNA ANCHE I SUOI
Il mantra del premier virtuale
Incapace di uscire dalla realtà fantastica di cui è prigioniero insieme alla sua intera coalizione,Romano Prodi è andato avanti ieri con il suo play-game che dopo l’incoronazione virtuale dei sondaggi, la vittoria virtuale degli exit poll, la festa virtuale in piazza Santissimi Apostoli,prevedeva l’autoproclamazione a premier virtuale. Inutilmente il Paese reale ha cercatodi riportare il Professore allo stato delle cose. Il presidente Ciampi, al telefono, gli ha detto chiaroe tondo che non intende assegnargli l’incarico. Il ministro Pisanu ha formalmente ricordatoche i dati sono provvisori e non ufficiali, che ci sono un milione di voti non validi, di cui la metàsono schede “nulle” e circa 40mila non assegnate per contestazioni varie. I suoi alleati piùprudenti hanno evidenziato le difficoltà di gestire una situazione di sostanziale pareggio, conuna maggioranza sottile come un foglio di carta velina al Senato, dove in numeri assoluti la Cdlha quattrocentomila voti in più. Niente. Come un adolescente davanti a un videogioco, Prodinon ha dubbi, non ha incertezze, non ha bisogno di consultarsi con nessuno. Ieri, mentre gliesploratori diessini facevano cauti sondaggi sulla possibilità di trattare sugli incarichi istituzionali,ha annunciato che governerà cinque anni prendendosi tutto, «come stabilito dal programma», e ha avuto pure il coraggio di sollecitare una telefonata di auguri da parte di Berlusconi invitando l’opposizione «a essere costruttiva». Così, il surreale lunedì della stravittoria si è declinato nelkafkiano martedì del superpremier: altrettanto fantomatico, irreale, avulso da ogni dato concreto,perché con le somme dei verbali ancora da fare e solo 25mila voti di scarto un “leader serio” aspetta gli eventi e si attacca al telefono più che ai microfoni di piazza. Se ci chiamassimo Bocca, o Scalfari, o Maltese, avremmo già scritto che Prodi tenta il golpe: solo negli Stati africani onelle repubbliche delle banane tanto citate da Travaglio, un candidato con lo zero virgola di maggioranza si autoproclama vincitore prima ancora che i risultati siano convalidati. Ma abbiamo conservato il senso delle proporzioni, e sappiamo bene che l’arroganza del Professore è la mascheradella sconfitta politica e persino umana della classe dirigente dell’Ulivo che ha perso il referendumcontro Berlusconi e pure la scommessa sul futuro partito democratico, affondata dal successodelle ali estreme, di Rifondazione al 7,2 e del Pdci al 4,2, che consegnano quasi un terzodei seggi ai pasdaran della coalizione. Prodi è rimasto triturato dal voto, non potrà governare, e neidue mesi che lo separano dall’investitura vera (ammesso che risulti davvero primo) cuocerà afuoco lento tra gli ultimatum della sua armata Brancaleone su tutto: incarichi, ministeri, provvedimenti dei primi cento giorni. È per nascondere tutto questo che ha costruito il suo trionfo di cartone. Ma c’è anche altro, e lo ha rivelato la faccia di gesso di Fassino durante i finti festeggiamenti della notte elettorale. Senza quei brindisi e quegli abbracci la leadershipdell’Unione oggi si sarebbe trovata alla sbarra in una sorta di processo popolare, da partedei suoi stessi dirigenti intermedi, come avvenne nel 2001. Capi di imputazione: irresolutezza, scelta sbagliata del leader, mancanza di coraggio nel proporre il listone unitario anche al Senato, errori nelle candidature, nel programma-fiume, nella comunicazione sul fisco e sulle tasse. Tutti temi comunque emersi ieri nelle pieghe del dibattito. Il problema è stato risolto dando al popolo della sinistra quello che da cinque anni gli era stato promesso, cioè una gran festa per la cacciata delCavaliere. E il mantra intonato ieri per tutta la giornata – «Abbiamo una maggioranza solida, si puògovernare» – appartiene alla stessa categoria illusionistica, qualcosa a metà tra gli annunci sovieticisul successo dei piani quinquennali mentre le campagne morivano di fame e i proclami chedeificavano Kim Il Sung. Contenti loro, per carità. Ma non si guida un Paese diviso in duecon l’arroganza e le tecniche manipolatorie e non si tiene insieme una coalizione imbrogliandola sulsenso delle cose. Magari, alla fine, vinceranno pure. Ma sul fatto che governino, abbiamo dubbi più che ragionevoli.


Mi spiace deluderla, caro Prof.,
ma "con un poco di zucchero la pillola NON andrà giù!"

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