"Je ne suis pas trop en mesure de dire pourquoi j'ai préféré le rugby aux autres sports. Toujours est-il que j'ai trouvé dans le rugby une solidarité, une joie de vivre sur et hors du terrain, une manière de vivre pleinement qui me font y trouver un facteur d'équilibre pour l'ensemble de mon existence."
La sua immagine, almeno qui da noi, in Italia, è quella del fango, dove uomini resi quasi irriconoscibili, si danno battaglia contendendosi un pallone ovale, vischioso e imprendibile, che nessuno da fuori riesce a vedere. Eppure questo sport vanta remote origini nobili, perché nato in uno dei più aristocratici college inglesi, quello di Rugby appunto, che gli ha dato il nome, quando il giovane studente William Ellis, durante una partita di calcio disputata nel 1845, decise all'improvviso di afferrare il pallone con le mani (allora era ancora rotondo, ovviamente) e di partire come un razzo verso l'opposta linea di fondo. Ed è anche spettacolo! Ma soprattutto è disciplina dura e virile, che richiede doti di coraggio, generosità, abnegazione, altruismo e sacrificio....
4/20/2006
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